Nuova Circolare MIMIT sulle Autorizzazioni Generali dei Ripetitori Radioamatoriali

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Un caro saluto a tutti!
Dopo diversi (troppi) mesi sono finalmente riuscito a mettere ONLINE il nuovo release del mio sito web. Ho abbandonato definitivamente Joomla per dare spazio a WordPress, la piattaforma CMS che fa più al caso mio.

Questo sito web è composto in due parti: una statica ove descrivo l’attività radioamatoriale che faccio, l’altra parte è un blog ove pubblico le notizie, le opinioni e le idee sul nostro hobby e sui progetti ad esso connessi.

Avrei voluto iniziare ad utilizzare il blog per parlare di qualcosa prettamente radioamatoriale (mi riferisco all’aspetto che più ci interessa ossia quello tecnico) ma purtroppo sono costretto ad esprimere la mia opinione (senza censure da parte di terzi…sono a casa mia!!!) in merito alla modifica dell’Allegato 26 del Codice delle Telecomunicazioni.

Andiamo quindi ad analizzare punto per punto, facendo anche un piccolo excursus storico ed enunciando le cause che hanno portato a tale modifica (su questo blog non ci saranno “peli sulla lingua“)

Come era prima della modifica?

Prima della modifica dell’Art. 9 dell’Allegato 26 al D.L. 259/2003 “Codice delle Telecomunicazioni“, attraverso la Circolare del MIMIT del 26 Maggio 2022, le stazioni ripetitrici automatiche non presidiate (i cosiddetti ponti radio), erano soggetti al rilascio di un nominativo IR(*)*** e di un Aut. Gen. con validità 10 anni. Nessun contributo aggiuntivo era richiesto (ne per il rilascio del nominativo ne per il rilascio dell’Aut. Gen.). Essi seguivano il nominativo radioamatoriale del richiedente e il suo contributo di €5,00 annuali. Dovevano rispettare quanto prescritto dell’allora Allegato 26 e rientrare nella porzione di banda assegnata, in Statuto Primario o Secondario, dal PNRF (Piano Nazionale Ripartizione delle Frequenze) al Servizio di Radioamatore, senza diritto a protezione (non si ha l’esclusività di utilizzo della coppia di frequenze). Se il radioamatore titolare apparteneva ad un Associazione Radioamatoriale che ha recepito il Band Plan IARU, era pure vincolato, da Statuto, al rispetto di esso.
Sempre fu così.

Cosa è successo?

Da fonti attendibili, strettamente connesse al MIMIT, sono venuto a sapere che un’Associazione, non grande ma famosa ed attiva in Italia, della quale alcuni membri (anche del direttivo nazionale) hanno forti agganci al Dipartimento TLC del MIMIT, hanno letteralmente imbeccato il Ministero affinchè modificasse, con la predetta circolare, i requisiti (che verranno sinteticamente descritti nei successivi paragrafi) che dovranno avere i ponti radio per il rilascio/rinnovo dell’Aut. Gen. Tutto questo per avere garantita la porzione di banda prevista dalla IARU per le loro attività! Ricordo che la IARU non è la ITU. Non è organismo internazionale bensì associazione privata di associazioni ad essa aderenti. L’interesse privato (di pochi) che si sostituisce a quello pubblico (dei molti).

Siccome il mio blog è anche opinionistico e non solo tecnico, mi permetto di gridare ad alta voce una parola sola: VERGOGNA!!!!

Le associazioni sono sodalizi che aggregano persone con interessi e passioni comuni per divertirsi tutti insieme in serenità. Quando imbeccano gli enti pubblici per trarne loro profitto diventano delle congreghe lobbistico/massoniche (ometto di che stampo per pudore) che nulla hanno a che fare con i principi costituzionali che le garantiscono e tutelano.

Modifiche apportate all’Allegato 26

Questa associazione, per avere garantita libera e pulita la porzione di banda assegnata dalla IARU per la loro tipologia di attività (ricordo che trattasi di banda quasi del tutto deserta sia per la scarsità di apparati installati sia per la scarsità di operatori visti i costi da sostenere per allestire una stazione radio), ha imbeccato il MIMIT affinchè apportasse le modifiche che elencherò sinteticamente qui sotto (richiamando ed invitando la lettura del testo completo della circolare).

  • Adozione totale del Band Plan IARU;
  • RIPETITORI UHF solo con shift esclusivamente a +1600KhZ e con coppie di frequenze espressamente stabilite da apposità tabella, conforme alla IARU (chissà poi perchè solo a 1600 quando la IARU prevede anche i 7600);
  • Pagamento di 20 euro annuali per ciascuna Aut. Gen. rilasciata oltre che ai 5 euro del contributo dell’Aut. Gen personale;
  • Rilascio del nominativo IR(*)*** con marca da bollo da 16 euro oltre che al pagamento di 20 euro per la prima porzione di anno.

Cosa si andrà in contro?

E’ chiaro ed evidente che il MIMIT, con questa modifica normativa, ha “preso due piccioni con una fava“. Da un lato ha fatto contenti gli “amici degli amici”, dall’altro ha messo un freno al proliferare di ripetitori che negli ultimi anni sono stati installati, visti i recenti ed economici sviluppi tecnologici (DMR, C4FM, P25, NXDN, ecc…). Purtroppo è vero! Quando non si sa cosa fare si installa un ripetitore; spesso manco lo si costruisce più (almeno un minimo di giustificazione tecnica c’è) lo si compra già fatto dalle note ditte e lo si piazza.

Non ha tenuto in considerazione però alcuni aspetti sicuramente non trascurabili; del resto quando si vuole fare contenti i pochi a discapito dei molti si rischia di scrivere delle norme degne di stare arrotolate di lato ad un gabinetto, pronte per essere utilizzate dopo avere fatto i naturali e quotidiani bisogni fisiologici.

Gli aspetti più lampanti quali sono? Eccoli:
– costi di gestione aggiuntivi; oltre alla tassa annuale occorre provvedere la transizione a 1600 KhZ di shift se la stazione non è presidiata (ognuno di noi sa quanto costano almeno 4 cavità con circolatore – per non parlare di un lavoro fatto bene ossia 6 cavità più un circolatore);
– scompariranno si i ripetitori non utilizzati che sono li da anni talvolta dimenticati e non funzionanti, ma spariranno anche ripetitori utilizzati ed in postazioni utilissime al servizio di amatore. Questo per l’aumento dei costi di gestione;
– limitazione dell’attività di sperimentazione radioamatoriale, da sempre tutelata dallo Stato Italiano;

Cosa dovrà affrontare in futuro il MIMIT?

Tempi duri si prospettano nel prossimo futuro per il MIMIT. Del resto quando si scrive un testo normativo (che sia esso Statuto, Circolare, Decreto, Legge) occorre sempre utilizzare parole e attuazioni il più possibile inappellabili ed ineccepibili. In questo caso, come in molti altri, non è stato fatto.
Ci sono delle scappatoie che potrebbero venire in nostro aiuto. Dipende quanto vogliamo fare la voce grossa e non i classici italiani, che curano il proprio orticello e basta, cercando di vivere il più sereni possibili in barba alla collettività.

La prima scorciatoia è la più lampante: al posto di avere un solo ponte in altura a 1600 e 20 euro annuali, si faranno con lo stesso costo (magari meno) dei ripetitori domestici e quindi presidiati che copriranno la stessa zona. E questa associazione burattinaia di enti pubblici se l’è già presa in quel posto!

La seconda scorciatoia (quella che personalmente ho adottato, nonostante un forte esborso economico – ho 4 licenze) è di mantenere le postazioni non presidiate adeguandosi alla circolare del MIMIT. Questa scorciatoia apre però le porte ad un serio “problema”. I 20 euro annuali sono da considerarsi una tassa, un canone. Pagandola, ho quindi diritto ad essere protetto. Nell’area di copertura del mio ponte/i non voglio sentire volare una mosca! Pago ed ho l’utilizzo esclusivo. La prima mail che leggo o la prima telefonata che ricevo con lamentele del fatto che sono su frequenze di ripetitori domestici presidiati (senza A.G. e senza nominativo) ovvero che sono su frequenze che vengono utilizzate da anni per QSO locali, provvederò a tutelare i miei diritti ed interessi d’innanzi a chi di competenza in quanto, pagando una tassa, ho diritto alla protezione di quella frequenza/coppia di frequenze.

Cosa hanno fatto le associazioni radioamatoriali italiane per contrastare questa porcata normativa?

Alcune molto altre praticamente nulla. Come al solito.
Partiamo da un presupposto: in alcune associazioni le A.G. sono in capo al nazionale, in altri sodalizi sono in capo alle singole sezioni, altre invece se ne sono proprio infischiate in quanto non hanno ripetitori.
Le prime, non a caso il CISAR, hanno fatto e stanno facendo una battaglia non indifferente (a cui va il mio più sentito ringraziamento – non sono associato ad alcuna associazione quindi parlo con cognizione di causa e onestà intellettuale). Il presidente onorario del CISAR Giuseppe Misuri ha fatto dei video interessantissimi ove spiega, con cognizione di causa e conoscenza della materia, tutte le problematiche che noi OM Italiani dovremo affrontare in questa materia. Come lo stesso Misuri ha dichiarato in un suo videomessaggio su Facebook, tutte le A.G. dei ripetitori del CISAR fanno capo al nazionale. Il CISAR, ma anche altre associazioni similari, dovrà decidere che percorso intraprendere: pagare con conseguente aumento dei costi e quindi delle quote sociali ovvero dismettere dei ripetitori (ricordiamoci tutti il Link Nazionale CISAR, fiore all’occhiello italiano da anni per tutti noi).
Le seconde hanno fatto poco e niente, una a caso l’ARI, spesso millantando (da buoni politici per essere riconfermati al direttivo nazionale), con lettere e circolari, di avere ottenuto ottimi risultati: praticamente hanno spacciato per pagnotte, bricioline per formiche (VEDI LINK) . Ma intanto che gliene frega?; le Aut. Gen. sono in capo alle Sezioni, saranno un pò affari loro. Tutto questo bel servizio alla modica cifra di euro 82 all’anno che i soci pagano per essere tutelati e difesi ed agevolati nella sperimentazione! Ahahahahah!
Le terze proprio nulla hanno fatto. Del resto cosa può interessare a loro se non hanno neppure un ponte radio? Per gli altri ci penseranno le loro associazioni ovvero ci penseranno da soli! Meglio stare tranquilli ed evitare i mal di pancia inutili.

Conclusioni

Concludendo, è stato fatto un abominio normativo per dare il contentino ad un’associazione. Abbiamo capito come hanno agito (sia nel bene che nel male) le associazioni alle quali molti di noi sono iscritti. Ma soprattutto abbiamo un’idea di massima su come muoverci.
Speriamo in modifiche sostanziali che ci diano più spazio nella nostra attività.
Se volete firmate la petizione online indetta da IZ0RIN, anche se purtroppo è stata la solita goccia nell’oceano.
Ora, avete compreso uno dei tanti motivi per i quali sono un acerrimo nemico delle associazioni alle quali riserverei lo stesso trattamento ricevuto anni or sono da un governo che aveva realmente capito il vero motivo della loro esistenza.

Cordiali 73
Pier Paolo “Gus” Liuzzo
IZ1XBB

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